La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) rappresenta un’evoluzione normativa cruciale nell’Unione Europea, destinata a tutte le grandi imprese. Questa direttiva impone la pubblicazione di relazioni periodiche che dettaglino l’impatto ambientale e sociale delle attività aziendali.
Obiettivi della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
L’obiettivo è di rendere trasparente la situazione dei capitali intangibili, quali quelli intellettuale, umano, sociale e relazionale. Il fine ultimo è fornire agli investitori, consumatori, policy maker e altre parti interessate gli strumenti necessari per valutare le prestazioni non finanziarie delle aziende, incoraggiando al contempo decisioni aziendali responsabili.
Destinatari della Direttiva CSRD
La nuova normativa prevede che circa 50.000 aziende europee, rispetto alle 11.000 precedenti, debbano rendicontare il proprio impatto climatico e ambientale. La CSRD sostituisce la precedente direttiva NFRD, introducendo requisiti di reporting più dettagliati e estendendo l’obbligo di conformità a un numero maggiore di società.
A livello nazionale, più di 3.000 imprese, con sedi predominanti in Lombardia, Lazio e Veneto, saranno coinvolte. Le aziende target includono grandi entità, banche e assicurazioni, sia quotate che non, anche con sedi fuori dall’UE, che soddisfano almeno due dei seguenti criteri:
- Fatturato netto di 40 milioni di euro;
- Patrimonio di 20 milioni di euro;
- 250 o più dipendenti.
La normativa si applica anche alle filiali UE e alle aziende non UE che hanno titoli nei mercati regolamentati europei, ad eccezione delle microimprese quotate.
Contenuti richiesti dal CSRD
In base alla direttiva 2014/95/UE, per rispettare i requisiti della NFRD, le aziende erano tenute a pubblicare informazioni relative a protezione ambientale, responsabilità sociale, trattamento dei dipendenti, rispetto dei diritti umani, anticorruzione e concussione, nonché diversità nei consigli amministrativi. Con l’introduzione della CSRD, le aziende devono ora includere:
- Analisi di doppia materialità: rischi di sostenibilità e impatti aziendali su società e ambiente;
- Processi di selezione dei materiali aziendali;
- Divulgazione di informazioni legate ai beni immateriali;
- Reporting sul SFDR e sul regolamento UE sulla tassonomia;
- Visioni prospettiche su obiettivi e progressi.
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Il CSRD e i pilastri della Sostenibilità
Le dimensioni ambientale, sociale e di governance sono essenziali nella nuova prospettiva di doppia materialità. Le imprese sono chiamate a rendicontare non solo aspetti finanziari, ma anche questioni di sostenibilità e impatti sulle attività, l’ambiente e le persone.
Tra i fattori sociali rientrano:
- l’uguaglianza di retribuzione,
- le opportunità di formazione e sviluppo delle competenze,
- le misure contro la violenza e le molestie sul posto di lavoro.
Per quanto riguarda la governance, si includono
- il ruolo degli organi aziendali,
- le informazioni su piani di incentivi,
- l’etica e la cultura aziendale incluso l’impegno nell’anticorruzione e l’influenza politica.
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