La Carta per un’Europa di responsabilità sociale condivisa – Seminario – via del Seminario, 76 – Roma

La Fondazione Basso Issoco e EconomEtica organizzano un Seminario dal titolo: “La Carta per un’Europa di responsabilità sociale condivisa. Prospettive europee per le politiche di coesione sociale, contro le disuguaglianze, per i beni comuni, la democrazia deliberativa e una nuova governance multistakeholder”.

Il Consiglio d’Europa, attraverso un gruppo consultivo di esperti, ha di recente elaborato una proposta di Charter for a Europe of Shared Social Responsibility (SSR), presentata il 1° marzo dal Presidente della Commissione Europea e dal Segretario Generale del Consiglio d’Europa.

La SSR parte da una riaffermazione della coesione sociale come insieme di principi universalistici, quali il well-being for all, la giustizia sociale, intergenerazionale e ambientale, la lotta alla povertà e alle disuguaglianze ingiustificabili, la salvaguardia e sviluppo dei beni comuni e un modello di relazioni sociali basato su solidarietà e reciprocità.

La SSR cerca nuove strategie, istituzioni e forme di governance per perseguire questi obiettivi, cambiando il modello della ripartizione delle responsabilità sociali tra diversi soggetti (pubblici, privati, profit, non profit e singoli cittadini variamente associati).

L’intuizione è che la vecchia divisione liberale tra Stato (che si occupa dei beni pubblici e delle dotazioni iniziali) e mercato (che alloca efficientemente le risorse attraverso l’egoismo razionale dei privati), non funziona più.

La grande crisi mondiale tuttora in corso ha evidenziato infatti tutti i pericoli delle “esternalità” del mercato (complesso di effetti che una determinata attività economica procura indirettamente ad altri soggetti o all’ambiente in cui si sviluppa). Gli effetti dei fallimenti delle economie di mercato sulla coesione sociale sono ormai insostenibili.

Occorre perciò trovare un’alternativa alla tradizionale altalena tra fallimenti del mercato (che giustificano il ruolo dello Stato) e fallimenti dello Stato (che inducono a lasciare mano libera al mercato).

Il Charter propone a tal fine un cambiamento di paradigma: chiedere cioè agli stessi soggetti di mercato di essere coinvolti nella prevenzione e compensazione degli effetti catastrofici delle esternalità.

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