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La norma UNI ISO 26000: nuovo standard per la RSI

La norma ISO 26000, dopo un lungo periodo di preparazione e concertazione, ha terminato il suo iter di elaborazione, attraverso la pubblicazione nel novembre 2010. In Italia, la norma è stata tradotta e pubblicata agli inizi del 2011, entrando così a far parte delle norme tecniche nazionali.
La norma fornirà alle Organizzazioni uno standard applicabile alle pratiche di Responsabilità Sociale d’Impresa.

La norma, infatti, definisce gli aspetti rilevanti della RSI, quali:

  • principi e definizioni della RSI;
  • questioni cruciali da affrontare in tema di RSI;
  • l’integrazione della RSI nelle attività complessive di un’organizzazione.

Tra gli elementi più interessanti della norma vi è la nuova definizione che viene data alla responsabilità sociale d’impresa, intesa come:

“assunzione di responsabilità da parte di un’organizzazione per le conseguenze delle sue decisioni e delle sue attività sulla società e sull’ambiente, attraverso un comportamento etico e trasparente”.

Siamo davanti ad una responsabilità “allargata” non solo alle imprese, ma a qualsiasi organizzazione pubblica o privata, governativa o non governativa.

Da sottolineare inoltre che la UNI ISO 26000 non rappresenta una vera e propria certificazione, ma  fornirà alle imprese e agli attori governativi le linee guida armonizzate e riconosciute a livello internazionale in materia di responsabilità sociale, basate sulle migliori pratiche e in accordo alle relative dichiarazioni e convenzioni delle Nazioni Unite, quali l’ILO e le linee Guida OCSE.

Nello specifico i criteri o linee guida di comportamento responsabile rivolti alle organizzazioni sono sette:

  1. Responsabilità: l’organizzazione deve assumersi la responsabilità del suo impatto sulla società e sullo sviluppo. Deve accettare eventuali controlli e ha il dovere di risponderne.
  2. Trasparenza: l’organizzazione deve essere trasparente in tutte le sue decisioni ed attività, in particolare in relazione alla sua natura, ai suoi obiettivi, ai risultati in termini di responsabilità sociale e alla provenienza delle sue risorse finanziarie.
  3. Etica: l’organizzazione deve comportarsi sempre in modo onesto, equo e integro moralmente. In questo atteggiamento deve essere compreso il rispetto per persone, ambiente, animali e il rispetto delle esigenze di tutti coloro che in qualche modo sono coinvolti nella attività dell’azienda.
  4. Rispetto degli stakeholders: l’organizzazione deve identificare tutti coloro che, direttamente o indirettamente, sono coinvolti nell’attività d’impresa e avere particolare attenzione per le loro necessità.
  5. Rispetto della legge: l’organizzazione deve accettare che il rispetto del ruolo della legge è obbligatorio e che nessun individuo o ente è al di sopra di esso.
  6. Rispetto degli standard di comportamento internazionali: conseguentemente, l’organizzazione dovrà aderire ai principi stabiliti a livello internazionale, e rispettarli il più possibile, nel caso in cui operino in Nazioni con una legislazione che entri in conflitto con queste norme.
  7. Rispetto dei diritti umani: l’organizzazione deve riconoscere l’importanza e l’universalità di questi diritti ed evitare di trarre vantaggio da situazioni in cui tali diritti non siano rispettati.

Il Segretario Generale dell’ISO, Robert Steele, ha dichiarato: “La ISO 26000 aiuterà quelle organizzazioni per le quali operare in maniera socialmente responsabile è più che una buona idea ma  un modo efficace per svolgere la propria attività. Sarà quindi un potente strumento per muovere le organizzazioni dall’universo delle ‘buone intenzioni’ a quello delle ‘buone azioni’”.

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