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L’etica aziendale è una questione di vita e di morte

Le aziende sono persone legali, possono comprare e vendere proprietà, prendere denaro in prestito, sottoscrivere contratti, fare causa ed essere chiamate in causa. Ma cosa possiamo dire delle personalità?

L’etica aziendale, l’accountability e la social responsibility sono diventati termini di moda nelle grandi aziende, considerazioni di ordine morale che ora trovano posto nelle riunioni del CdA.  Ma non si tratta di luoghi comuni, l’immagine pubblica crea profitto. Le aziende lo sanno e, cosa cruciale, lo sanno anche gli azionisti.

Michael Woodford è stato presidente e direttore esecutivo di Olympus Corporation quando uno scandalo finanziario ha travolto l’industria giapponese l’anno scorso, ed è  stato il testimone diretto del danno profondo cagionato alla reputazione aziendale causato dalla pubblicità negativa: dopo che lo scandalo è stato reso pubblico il prezzo delle azioni di Olympus è sceso dell’81.5%. In termini monetari, ciò ha rappresentato una perdita di più di 7 miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato. Gli azionisti erano indignati e pronti a dare battaglia.

Olympus ha imparato a proprie spese che l’immagine aziendale è importante, ed è una lezione che le grandi imprese farmaceutiche conoscono anche troppo bene. Nessun’altra azienda è altrettanto propensa a conservare (e migliorare) la propria immagine pubblica quanto le aziende del settore farmaceutico.

Ciò ha implicato che i recenti sviluppi nelle procedure disciplinari negli USA sono diventate un test per l’etica aziendale. In questo frangente, le imprese farmaceutiche si trovano chiamate in causa, visto che le loro medicine sono progettate per salvare la vita, ma vengono utilizzate per porvi fine.

L’ultima impresa ad essere coinvolta in un caso di iniezioni letali è la tedesca Fresenius Kabi. In maggio, il Dipartimento Correttivo del Missouri ha annunciato che avrebbe mutato il protocollo per le iniezioni letali da un cocktail di tre medicinali ad un’iniezione a singola dose di propofol, un anestetico. Altri stati sembravano pronti a seguire lo stesso esempio.

Frenesius Kabi , l’allora unico fornitore di propofol sul mercato americano si trovava di fronte ad una scelta. Non fare niente, e permettere che il suo prodotto venisse usato per giustiziare i prigionieri, oppure agire e conservare l’integrità dei suoi medicinali e del suo marchio. Frenesius ha intrapreso azioni radicali per rimodulare il suo network di distribuzione al fine di prevenire che le prigioni americane acquistassero la medicina per le esecuzioni.

I cambiamenti hanno assicurato che l’anestetico salvavita fosse disponibile per milioni di usi medici legittimi negli ospedali e nelle cliniche della nazione, ma che non fosse disponibile per le esecuzioni. Le azioni di Frenesius Kabi hanno seguito numerose iniziative di settore per la prevenzione dell’uso dei medicinali nelle iniezioni letali.

Nel 2011, il produttore americano Hospira ha ritirato del tutto uno dei propri prodotti dal mercato per prevenirne l’uso nelle esecuzioni, (il medicinale non era più utilizzato nelle procedure mediche, ma era un componente essenziale del cocktail delle iniezioni letali usato negli stati in cui è prevista la pena di morte).

A quel punto, le prigioni sono passate ad un’altra medicina prodotta da un’impresa danese, la Lundbeck. Più tardi, in quello stesso anno, la Lundbeck ha annunciato che avrebbe riorganizzato il suo network di distribuzione per prevenire “un uso angosciante” del proprio medicinale nelle esecuzioni in America.

L’azione senza precedenti delle industrie farmaceutiche negli ultimi due anni ha cambiato sensibilmente il paesaggio delle esecuzioni capitali in America. Per la prima volta in 30 anni, le prigioni hanno dovuto cambiare il proprio protocollo non una ma molte volte. È stato necessario mettere in attesa le esecuzioni e le prigioni della nazione stanno rapidamente terminando le medicine letali disponibili. Gli Stati che volevano seguire l’esempio del Missouri e scegliere il propofol dovranno ora ripensare i propri piani poiché gli è stato negato l’accesso al medicinale letale.

Le aziende come Frenesius Kabi hanno mostrato integrità nelle recenti azioni e hanno provato che l’impegno verso l’etica aziendale e la responsabilità possono avere un impatto profondo sulla società nel complesso. Ma tale azione dovrebbe essere la regola, non l’eccezione.

Le imprese hanno la responsabilità delle società che servono e da cui sono servite. Come le persone, questi corporate citizen devono rimanere fermi sui valori dell’integrità, dell’onestà e dell’altruismo.  Rifuggire questi valori è tossico – come Olympus ha imparato a caro prezzo. Le grandi imprese farmaceutiche hanno un passato difficile – ed è chiaro che si profilano sfide altrettanto difficili per i giorni a venire.

Le imprese dedicate alla salute e al benessere non dovrebbero essere coinvolte nelle esecuzioni capitali. È il momento per le imprese etiche di farsi sentire, i loro azionisti le ringrazieranno per questo.

Fonte: da un articolo apparso sul Financial Times, di Michael Woodford

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