A prescindere dal gergo della CSR, ciò che conta è il valore reale creato

Vi proponiamo la traduzione di un articolo di Stefan Crets, Direttore Esecutivo di CSR Europe, sull’importanza di rivelare il valore reale e gli impatti creati dalla CSR, a prescindere dal gergo usato per descriverla.

Supporto pienamente la visione espressa da Thomas Osburg nel suo blog ‘’Where are we with CSR, Sustainability and all the rest?’’, in cui mette in dubbio come la percezione della CSR per come la conosciamo stia svanendo, e stia mutando da CSR a CSR 2.0 o anche CSR 3.0. Recentemente sono venuto a conoscenza dell’articolo  “How do you upgrade from CSR to shared value”; spesso, editoriali come quest’ultimo trascurano i progressi fatti fin ora in tema di CSR, concentrandosi invece sull’urgenza che qualcosa di nuovo e diverso emerga per rispondere alle necessità attuali. Devo ammettere di sentirmi a disagio rispetto a un tale approccio, probabilmente perché dirigo un’organizzazione chiamata “CSR Europe”.

Queste diatribe di tipo concettuale sono, a modo loro, affascinanti, ma hanno anche il pregio di riuscire a enfatizzare alcuni aspetti della Corporate Social Responsibility distinguendone le caratteristiche importanti; ciò può contribuire a portare avanti l’agenda e, in ultima analisi, a generare un impatto maggiore. Da un punto di vista accademico, analisi di questo tipo, come quella presentata dal Professor David Grayson sulla  CSR 3.0, ci aiutano a comprendere i cambiamenti in atto.

Tuttavia, la terminologia può essere fuorviante e può far distogliere l’attenzione da ciò che davvero importa: le azioni intraprese dal mondo del business, i miglioramenti dei sistemi di gestione e, da ultimo, in che modo i vari attori collaborano per produrre un impatto migliore per il business e la società. Inoltre, le dissertazioni che alludono alla “fine della CSR” sono intrise di una superiorità morale che, dal mio punto di vista, non è accettabile.

La Corporate Social Responsibility riguarda la gestione degli impatti e la generazione di valore, sia per le aziende che per la società; potrebbe sembrare un programma antiquato, e invece non è mai stato più attuale. La CSR riguarda la responsabilità che le aziende si assumono nei confronti delle comunità alle quali appartengono, e alle quali appartengono anche i clienti, i dipendenti, le loro famiglie e i fornitori. Riguarda il modo in cui la gestione strategica e operativa integra gli impatti sociali e ambientali e cerca di migliorare le performance dell’azienda e dell’intera catena del valore. Inoltre, la CSR riguarda la definizione di valore adottata e la capacità e la volontà di integrare le esternalità e le innovazioni di mercato che migliorino i livelli di sostenibilità.

Il dibattito in corso non dovrebbe riguardare il gergo, bensì le azioni intraprese, il lavoro svolto e i cambiamenti compiuti.

Le aziende europee sono capaci di rispondere alle sfide di sostenibilità locali, regionali o globali? I business model, i prodotti e i servizi cambieranno in modo sufficiente e abbastanza velocemente da poter fronteggiare queste sfide? L’innovazione menzionata da Thomas Osburg è adeguata a garantire una crescita sostenibile? La CSR e le opportunità di business create metteranno l’Europa e il resto del mondo in condizione di avviare le trasformazioni necessarie? E infine, si genererà l’impatto necessario?

Ad essere franchi, la risposta è no. Non riusciamo ancora a cogliere le opportunità create dalla CSR in modo soddisfacente.

Noi di CSR Europe vediamo che le aziende fanno progressi, ma la distanza dai risultati ideali è ancora ragguardevole. La maturità e l’integrazione della sostenibilità nella gestione devono ancora migliorare; anche le imprese migliori devono ancora perfezionare il coinvolgimento degli stakeholder e la collaborazione con le altre aziende. La CSR non necessita di nuove parole e di nuova terminologia, bensì di più azione e migliore collaborazione.

Ed ecco perchè CSR Europe e il suo network di 41 partner nazionali e più di 10.000 aziende europee cerca di dare vita ad un impatto forte e ad opportunità di crescita: alla conferenza “Last Call to Europe 2020” organizzata da Sodalitas presso l’Expo, verrà presentato il ’Milan Manifesto – Enterprise 2020” una direttiva strategica con cui il nostro network supporterà gli obiettivi di Europa 2020 entro i prossimi 5 anni. 

Inoltre, all’evento Enterprise 2020 Summit, in programma per il 16 e il 17 novembre, esploreremo le modalità con cui rendere l’Europa un posto migliore per lavorare e le azioni necessarie a coadiuvare le aziende nel perseguimento degli obiettivi di Enterprise 2020. I partecipanti potranno vedere come la collaborazione fattiva con altre aziende, città e stakeholder possa condurre al cambiamento sostenibile e supportare l’Europa nel suo percorso di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Credits:http://blog.csreurope.org/cut-through-csr-jargon-to-reveal-real-value-and-impact/

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