Gas refrigeranti a effetto serra: lo stop del Parlamento Europeo

Il 13 marzo u.s. il Parlamento Europeo in seduta a Strasburgo ha ratificato in via definitiva l’accordo raggiunto in dicembre tra i Paesi membri che prevede l’eliminazione progressiva, entro il 2030, dei supergas ad effetto serra usati come refrigeranti nei frigoriferi, condizionatori e nelle schiume isolanti.

I gas Hfc (idrofluorocarburi) sono stati introdotti alla fine degli anni ’80 per sostituire i precedenti Chfc, riconosciuti responsabili del buco dell’ozono, ma sono anch’essi dannosi per il clima e apportano danni di molto superiori rispetto alla Co2.

Anche per questo, l’accordo raggiunto ha suscitato un generale moto di approvazione, amplificato in Italia dato che il nostro paese vanta decine di aziende pioniere e leader di mercato che lavorano con gas di origine naturale e privi di brevetti internazionali.

La ratifica dell’accordo è stata interpretata come un segnale molto incoraggiante che può diventare un catalizzatore nei negoziati mondiali contro gli Hfc, è originata dalla revisione di un precedente accordo, risalente al 2006, e prevede la progressiva riduzione del 79% degli Hfc al 2030, con tetti di immissione nel mercato annuali.

Una misura necessaria perché pur rappresentando ”solo” il 2% delle emissioni totali dell’Ue, senza interventi gli Hfc avrebbero potuto arrivare a contare fino al 40% delle emissioni complessive Ue al 2050, in virtù della continua crescita del loro uso.

Oltre al progressiva diminuzione sul mercato, l’Ue ha deciso di proibirne l’impiego in alcuni settori specifici, in particolar modo nella refrigerazione commerciale (supermercati, negozi, magazzini), e ha interdetto l’utilizzo degli Hfc più pericolosi (con oltre 2500 volte la capacità climalterante della Co2) per la manutenzione e la ricarica dei frigoriferi esistenti a partire già dal 2020.

”La norma sta già influenzando simili processi legislativi in altre aree del mondo, come gli Usa – ha affermato Davide Sabbadin di Legambiente – e le oltre 400 aziende europee che lavorano già con gas green potranno solo beneficiare dell’apertura del mercato alle soluzioni tecnologiche in cui eccellono, con ulteriori vantaggi per l’economia italiana”.

Fonte: AdnKronos Prometeo

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