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La sostenibilità come fattore per superare la crisi

Durante un periodo di crisi economica, si è soliti pensare che la sostenibilità sia “nice to have” e non “need to have”. Si reputa, dunque, la sostenibilità come un fattore superfluo e non come un driver capace di farci superare la crisi attraverso la concretizzazione di nuove opportunità di business.
Questo modo di pensare è dovuto principalmente ad una serie di convinzioni infondate inerenti alla sostenibilità, quali:

  • In tempi di crisi vi sono altri fattori più importanti per ottenere margini e risultati positivi.
  • La sostenibilità viene percepita come un costo e non come un investimento.
  • La sostenibilità crea dei trade-offs per i nostri clienti, quali prezzi più elevati e minore qualità del prodotto.
  • Il valore del business legato alla sostenibilità è limitato all’efficienza energetica e alla riduzione dei rifiuti, che sono comunque percepiti come degli obiettivi da raggiungere per qualsiasi organizzazione e non richiedono strategie e governance “sostenibili”.
  • La sostenibilità è filantropia, è una moda o, nel peggiore dei casi, è greenwashing.

In realtà è sempre bene essere sostenibili.
Cerchiamo di capire il perché.

  • La crisi finanziaria accelera le aspettative degli Stakeholder (SH) nei confronti delle organizzazioni. Le aziende che non sanno leggere questo trend sono prossime a pagare un prezzo pesante. Le aziende che invece cavalcano le insoddisfazioni e sono in grado di leggere le aspettative dei propri SH creano un vantaggio competitivo importante.
  • È indiscutibile che al momento le opportunità di business più elevate sono quelle collegate alla transizione verso un’economia a bassa emissione di carbonio, allo sviluppo di energia pulita e rinnovabile, alla riduzione dell’utilizzo di sostanze chimiche nocive per la salute umana, alla tutela della biodiversità del pianeta.
  • La fiducia nelle istituzioni, nelle organizzazioni e nelle imprese non è mai stata così bassa. Le attività di questi soggetti sono sotto la lente critica degli SH, sempre più attenti ed informati. La trasparenza, dunque, diventerà un driver fondamentale per le organizzazioni che puntano sulla propria reputazione.
  • Così come è accaduto nel settore finanziario, anche le aziende che operano nell’economia reale sono a rischio “annientamento” nel momento in cui la loro reputazione evapora.

La soluzione che individuiamo per le organizzazioni, dunque, è quella di ri-orientare rapidamente le priorità in termini di mappatura e quindi generazione di valore nei confronti di tutti gli stakeholder.
Le aziende che sapranno offrire una forma di valore a clienti, consumatori, fornitori, comunità, ONG, insomma, a tutti quei portatori di interesse che gravitano intorno ad essa, avranno ampie opportunità di profitto e maggiore immunità di fronte alle ripetute scosse finanziarie che scuotono oggi il nostro mondo.

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